Con fatica, e armati di machete, noi fanatici discofili, sempre alla ricerca di qualche rarità, cerchiamo
di addentrarci nella giungla dei bootlegs, ma bisogna passare in alcuni cespugli di rovi pungenti per
riuscire a trovare chicche come questa. Si tratta di un live dei Daemonia, registrato nel locale
"La Palma" a Roma, il 31 ottobre 2000, per promuovere l'album "Dario Argento Tribute". Si tratta
del primo concerto del gruppo nella capitale, in quanto dopo l'uscita del cd, alle soglie dell'estate,
i Daemonia si sono esibiti a Siena in un magniloquente concerto con una grande orchestra. Simonetti & Co.
si sono caricati di una responsabilità non da poco: far rivivere le emozioni create dai Goblin. E ci riescono
egregiamente, per l'occasione con la seguente formazione: Claudio Simonetti, tastiere e nastri preregistrati;
Federico Amorosi, basso; il nuovo acquisto, Davide Aru, chitarra; Giovanni Battista "Titta" Tani, batteria.
Dopo aver ascoltato questo cd non si può che fare un plauso a Claudio Simonetti per come stende le sue lenzuola
di suoni elettronici, nei locali chiusi non è per niente facile e un plauso all'ottimo chitarrista Davide Aru,
entrato da pochissimo nel gruppo, che ha dovuto imparare tutto in tempi brevi.
Il concerto comincia con il funereo brano "L'alba dei morti viventi", dall'album Zombi. Dopo l'esecuzione di Demon,
Simonetti rivela di avere avuto nel corso della sua formazione musicale, un'ascendenza illustre, che lo ha molto
influenzato: il grande Keith Emerson, al quale il pubblico fa un bell'applauso. Claudio ha così pensato di includere
nel cd "Dario Argento Tribute" i due brani da lui ritenuti i migliori tratti dal film Inferno: il brano che dà il titolo
al film e Mater Tenebrarum, dei quali il primo fa da preludio al secondo. Tra il pubblico è presente Sergio Stivaletti,
autore degli effetti speciali di tutti i film di Dario Argento e non solo, che Claudio saluta. A questo punto Simonetti
dà una notizia in anteprima: voler riprendere un vecchio discorso lasciato in sospeso alla fine dei "seventies" con i Goblin,
cioè riunire la formazione originale per comporre non un disco tanto per fare, ma la colonna sonora di un nuovo film di Argento:
"Non ho sonno". Immaginate il riscontro del pubblico adorante…apoteosi ovviamente.
Dopo Opera, Claudio saluta un altro personaggio famoso, presente fra il pubblico, il giornalista sportivo Amedeo Goria. Seguirà
la memorabile Suspiria, dalla colonna sonora del film omonimo, in cui i Goblin hanno messo in evidenza tutto il loro talento, forse
più che in Profondo Rosso. Il gruppo esegue i brani rigorosamente nello stesso ordine presente in "Dario Argento Tribute". Seguiranno
quindi l'accattivante Phenomena, La sindrome di Stendhal e Tenebre. L'unico brano che esula da "Dario argento Tribute" è datato 1975,
anno in cui ha visto la luce "Profondo rosso", scritto dal padre di Claudio, Enrico Simonetti: Gamma. Curiosità: Profondo Rosso, che
è stato in illo tempore primo in classifica per 15 settimane, record in Italia (solo "Questo piccolo grande amore" di Claudio Baglioni
è stato al vertice per 13 settimane), è stato scalciato proprio da Gamma, sigla dello sceneggiato televisivo omonimo, imperniato sul
tema del trapianto del cervello, eseguito proprio dai Goblin e da Enrico e la sua orchestra. L'unico brano che i Daemonia non hanno
suonato è stato Sospiri e Sospiri, da Il fantasma dell'Opera. Il gran finale è caratterizzato dalla trilogia School at night, la
profetica e terrificante filastrocca che fa da preludio a Mad Puppet (alla fine del quale Titta Tani si esibisce in un "drums solo"
ricco di fantasie percussive) e poi l'evocativa e solenne Profondo rosso, dopo un chilometrico intro al piano di Claudio.
Il concerto ha tutte le caratteristiche di un live che si rispetti e i brani sono eseguiti magistralmente. Io non ho avuto la fortuna
di vedere il concerto, ma deve essere stato molto divertente, perché Simonetti, oltre ad essere un grandissimo musicista, è un simpatico
intrattenitore, in netta contrapposizione con la musica catacombale che propone; una macchietta, come il grande padre. La registrazione
è in mono, ma passabile, e dura 74 min. circa.
Dopo il live di Torino al Teatro Nuovo dei Goblin, del 1975, una nuova imperdibile chicca dagli inferi.
|