Dopo alcuni dischi con i Formula3, Radius, stanco di dover limitare la propria espressività a favore di canzoni schematiche e basate più sulla melodia che sulla qualità dei musicisti (a parte qualche riffone iniziale...), presenta al pubblico questo Radius dal sapore genuino e sanguigno.
Niente schemi prefissati e soprattutto niente pietosissime strutture "strofa + ritornello": gli ingredienti dei sei brani sono improvvisazione e jam-session.
Radius raccoglie alcuni dei migliori solisti pop del momento, tra cui Demetrio Stratos, Gianni Dall'Aglio e Vince Tempera, e in quattro giorni del torrido luglio del '72, riesce a imprimere nel vinile una quantità di materiale impressionante, che se fosse stata sviluppata in altra maniera, avrebbe sicuramente potuto dare un degno seguito al lavoro in questione.
Sono presenti anche piccole sbavature e imperfezioni che però con l'idea della toccata improvvisativa acquistano un fascino quasi esistenziale e testimoniano l'idea di proporre un lavoro diverso dal solito disco precisino dal primo all'ultimo minuto.
Parte Gianni Dall'Aglio in "Rock 1°" con un inizio durissimo, con sonorità miste tra Hendrix e Led Zeppelin. In "To the Moon I'm Going" c'è Stratos alla voce su quello che, alla fine, non è altro che un giro di blues lento, in cui spadroneggia una distorsione da effetto pelle d'oca.
Dopo "Radius" ovvero alcune sperimentazioni di Radius alla chitarra, arriva uno dei miei punti preferiti: "Prima e Dopo la Scatola" con quella fantastica melodia cantata, seguita da una devastante improvvisazione.
Ma è forse nelle due ultime tracce che Radius trova il maggior feeling con gli ospiti: il nucleo degli Area in "Area" e Vince Tempera in "Il mio cane si chiama Zenone". Un intercalare di ottimi momenti solisti tra un episodio e l'altro del tema centrale la prima, e un vivacissimo jam su ritmo cavalcante con il piano di Tempera sempre in prima fila la seconda.
Visto come un disco progressivo, c'è del materiale ma non lo ritengo un disco miliare. Musicalmente parlando invece, il lavoro ha un valore indiscutibile in quanto alcuni brani ci sono veri e propri colpi di genio.
...e pure l'anima è immortale, se così non è allora cantare cosa vale.
Un disco che sarebbe meglio avere...
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