L'incontro tra Dario Argento e i quattro ragazzi che poi si fecero chiamare
Goblin avvenne nel 1975, per merito dell'editore musicale Carlo Bixio, che
conosceva l'importanza che il regista dava alla musica nei suoi film.
Per "Profondo Rosso" Dario cercava della musica diversa dal solito accompagnamento
da film e i Goblin entrarono subito in sintonia con le sue storie e il suo stile.
Sembrava da subito che si conoscessero da una vita. La musica aiutò molto le atmosfere
del film, mettendo in risalto i momenti di suspance e creando atmosfere oniriche,
realistiche, deliranti, da incubo. Argento, per sua stessa ammissione, si sente
profondamente legato alla loro musica, come anche a quella di Morricone , Emerson,
Gaslini, Donaggio, ecc.
Ma veniamo al disco. Nella edizione in vinile del 1975 e in quella in cd del 1991
sono inclusi sei brani: Profondo Rosso, Death Dies, e Mad Puppet, composti dagli
Goblin; Wild Session, Deep Shadows, School at Night, e Gianna composti da Giorgio
Gaslini. In tutto 29 minuti di musica. Nella versione integrale sono presenti ben
28 tracce, equivalenti a oltre 70 minuti di musica!!!!!!: gli appassionati del
genere potranno trovare nel cd oltre ai brani originali, tutte le diverse versioni
che erano nel film e che, per motivi di durata, non furono inserite nell'edizione
in "vinile", tra le quali spicca la long version di Profondo Rosso (favolosa). Il
segreto del successo del tema di Profondo rosso sta nel fatto che i Goblin sono
stati i primi, almeno in Italia, ad impiegare una sorta di prototipo di sequencer
quando ancora questa diavoleria dell'elettronica non esisteva: i musicisti composero
quattro giri di arpeggio e le legarono "ad anello" passando da un "sequencer" all'altro,
rendendo con un abile missaggio tutta la forza di cui necessitava il brano e che Dario
aveva chiesto a loro. In fase di registrazione Morante infilò sotto le corde della
chitarra uno strato di gommapiuma per rendere il suono delle note più chiuso; il
finale classicheggiante con l'organo da chiesa, è stata un'idea di Claudio. Se vogliamo
scendere nei particolari, il celebre arpeggio è nato in cantina alle due di notte, da
un'idea di Pignatelli, suonato solamente con una chitarra acustica e con il piano elettrico
poi i Goblin lo hanno realizzato in studio con il minimoog, il clavicembalo e la chitarra
acustica. Fabio ha anche creato il mitico giro di basso, corretto da Morante da 4/4 a 7/4,
la melodia del minimoog è di Walter Martino, inciso in 3/4 e tutta la sequenza dell'organo
è di Simonetti. Mad Puppet è presente solo nella versione "album". A proposito di Mad Puppet,
la critica sosteneva 25 anni fa che il gruppo, nella composizione di questo pezzo, si
fosse fortissimamente ispirato ad un frammento di Tubular Bells P. 1 di Mike Oldfield.
Simonetti ha dichiarato che ciò in parte era vero, perché Dario aveva chiesto ai Goblin
un pezzo che assomigliasse a "quello".
L'inizio di Wild Session (album version) è pressoché identico ad un frammento di The Swan
is a Murderer dei "Cherry Five". In questo disco hanno suonato anche Antonio Marangolo
(tastiere) e Agostino Marangolo (batteria, in alcuni brani), prima di diventare membro
fisso del gruppo.
Fondamentale, concludendo, si è rivelata la musica e la sonorità dei Goblin che hanno
ottenuto con questa colonna sonora il "Disco di Platino". Infatti per cinquantadue
settimane il disco è risultato primo nelle classifiche di vendita dei 45 giri e dei
Long Playing, non solo in Italia ma anche in altri paesi europei e negli States.
Imperdibile!!!!
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