CONTAMINATION
Label : Cinevox
Anno pubblicazione : 1980/2000
Valutazione :
Rarità :
 
Lista dei brani
01. Connexion
02. Withy
03. Bikini Island
04. Flood
05. Pillage
06. The Carver
07. Rush
08. Fright
09. Time is on
10. Ogre
11. Quiet Drops
12. Withy (Alternate version)
13. Contamination (Suite I)
14. The Carver (Alternate version)
15. Fri ght (Alternate Version)
16. Contamination (Suite II)
La recensione
FORMAZIONE:
Maurizio Guarini (keyboards), Agostino Marangolo (drums and percussion), Roberto Puleo (guitars), Carlo Pennisi (guitars on Buio Omega tracks?), Fabio Pignatelli (bass).
 
Contamination è il migliore dei peggiori film di Lewis Coats (Luigi Cozzi). L'unica cosa da salvare sono le discrete musiche dei Goblin che, con la loro robusta preparazione tecnica, riescono a rendere tollerabile un "cattivo" film come questo.
Finalmente la Cinevox ha tolto dallo scaffale dell'archivio cinque incursioni (16 minuti di materiale inedito) per dare alla luce l'edizione completa. Mettiamo in chiaro subito una cosa: se vi piacciono i Goblin "in toto" allora continuate a leggere, altrimenti, se amate solo quelli "argentiani" non perdete tempo!!! I Goblin si schierano con la seguente formazione: Maurizio Guarini (tastiere), Agostino Marangolo (batteria e percussioni), Roberto Puleo (chitarre), Carlo Pennisi (chitarre sulle tracks di Buio Omega), Fabio Pignatelli (basso). Gli interventi di Guarini in Contamination, come in Patrick sono occasionali, effettuati più come amico che come professionista: per questo motivo non compare nei titoli. L'album mette in evidenza tutto il talento dei musicisti tesi ad un crossover di stili. Quattro brani sono stati "furtati" dalla colonna sonora del film Buio Omega (Pillage, Rush, Quiet Drops, Bikini Island). Assolutamente imperdibile il brano d'apertura, l'evocativo Connexion (Connection) che ricorda un po’ gli storici Goblin, brano ebbro di fervore panico. Withy è un brano rarefatto, la chitarra e le tastiere ricordano il rock cosmico tedesco degli anni '70 (alla Ash Ra Tempel). Bikini Island è un brano che strizza l'occhiolino alla disco music, ma caratterizzato dal chitarrismo mediterraneo di Pennisi, e punteggiato da percussioni latine. Flood è imperniato sul tema di Withy, in cui sono rese però suspense ancora più oniriche. The Carver è caratterizzato a tratti da un tribalismo selvaggio, alla "Safari" per intenderci. Le tastiere, in Fright e Time is on conferiscono alle frasi melodiche un tono sinistro. Atmosfere più rilassate, create dal nobile basso, di Pignatelli e dal sax di Marangolo, cullano il brano Ogre. Quiet drops è pervaso da un forte pessimismo, il piano è quasi drammatico. Nella "alternate version" di The Carver vi sono forti dosi di ritmi equatoriali e timbriche mediterranee. Le atmosfere di Contamination (Suite II) sono, inizialmente, da "third world", poi il brano riprende le note del brano di apertura. Le altre extra tracks sono marchiate dalle arie dei brani sopra commentati, con alcune variazioni.  
 
Album maturo e completo, dalle atmosfere a tratti spiccatamente melodiche, sostenute da arrangiamenti a momenti forti e virili che portano il pathos a livelli altissimi; ritmi e armonie sono ardui e complessi, confezionati in involucri scintillanti, che però qui non diventano esperimenti d'avanguardia, ma stereotipi di consumo. Forse per questo il disco andò abbastanza male alla stregua degli altri: La via della droga, Patrick, Squadra antimafia, Squadra antigangsters, ecc.
Demetrio Cutrupi