CERVELLO
 
BIOGRAFIA/BIOGRAPHY

 
MELOS
Label: Ricordi
Anno pubblicazione: 1973
Valutazione :
Rarità :
 
Lista dei brani/Tracks list
1. Canto Del Capro (6:30)
2. Trittico (7:14)
3. Euterpe (4:27)
4. Scinsicne (T.R.M) (5:39)
5. Melos (4:55)
6. Galassia (5:45)
7. Affresco (1:11)
La recensione/The review
Formazione:
Gianluigi Di Franco: voce/flauto/percussioni;
Corrado Rustici: chitarra/flauto/voce;
Antonio Spagnolo: chitarra acustica 6 & 12 corde/basso/pedale/recorder/flauto/voce;
Giuli D'Ambrosio: Sax (contralto e tenore)/flauto/voce;
Remigio Esposito: batteria/percussioni/vibrafono
 
 
La zona di Napoli è stata (ed è, da che mondo e mondo) una parte speciale ed unica del nostro paese.
In quei luoghi dove la musica tradizionale poteva essere un problema ovvero un vessillo soffocante allo sviluppo e alla ricerca musicale per gli artisti partenopei, grazie a personaggi (tra gli altri) del calibro di Alan e Jenny Sorrenti, Lino Vairetti, Massimo Guarino e del compianto Umberto Telesco, si è sviluppato un autentico genere autoctono e singolare, privo di influsso alcuno, esterno ed estero, in cui l'utilizzo di strumenti tradizionali quali flauti, chitarre acustiche e mandolini, in unione a melodie mediterranee, si amalgama perfettamente con i classici strumenti da gruppo quali chitarre, tastiere e batteria, riuscendo a tessere mantelli sonori di pregevolissimo valore.
E sicuramente merito di tale risultato hanno anche i Cervello che con questo unico lavoro "Melos" entrano nell'olimpo del progressive italiano targato '70.
La famiglia è quella degli Osanna che oltre ad alcune parentele interne, collaborazioni e apparizioni strumentali, producono anche l'album. Bisogna però essere molto cauti ad accostare il sound dei due gruppi: se ad un primo ascolto affrettato si può arrivare ad affermare la presenza di una certa somiglianza, alla metabolizzazione completa del disco le differenze si sentono nitide e pulsanti.
Si comincia con "Canto del capro" che spinge l'ascoltatore in autentico vortice sonoro basato sul multiplo lavoro dei flauti fino all'inquietante voce introduttiva.
Dopo l'abbraccio dei cori e una prima strofa a voce scoperta, si viene rapiti dall'unisono stacco dei restanti componenti che trasportano l'ascoltatore alla sublime melodia iniziale di "Trittico".
E' uno dei miei punti preferiti: la ritengo una piccola suite, completa di mille originalissime trovate che a dispetto della breve durata (sette minuti circa), include in se tutti i crismi ed i segreti dell'album e dello stile proprio del gruppo. Come detto sopra, le note iniziali, di preziosa fattura, con melodia bellissima, introducono alla seguente parte in cui flauti e sassofoni riescono a far smarrire l'ascoltatore, grazie anche ad una linea compositiva non comune.
"Euterpe" presenta un bellissimo contrasto tra la lineare melodia e la perfetta chitarra improvvisata di Corrado Rustici, culminando nello stupendo assolo combinato di sax e chitarra. Stupefacente la pienezza del suono in "Scinsione": il gruppo riesce ad esprimere una coesione impensabile, proponendo un sound vario ma perfettamente compatto e a sostegno della voce di Di Franco. C'è anche spazio per una breve toccata psichedelica nel finale.
Arriva la tranquilla "Melos" scandita dall'ipnotica sintesi strumentale in un preciso e lentissimo crescendo di gruppo. "Galassia" è separata tra una prima parte acustica e il punto più tirato del disco anche se, secondo me, un po' a scapito dell'originalità in quanto è l'unica parte in cui si possono trovare assonanze con altri artisti, soprattutto per i cori un po' Osanna e struttura mista tra primi King Crimson e Van Deer Graaf Generator.
Chiude la soft "Affresco", breve divagazione vocale con flauto e chitarra.
Quello che posso dire è che l'ascolto del disco rispecchia un po' l'etica della copertina: una scatola di pelati che inaspettatamente si apre e permette di scoprire la realtà ovvero il vero volto dei componenti; così la musica di questo "Melos" permette di percepirne e conoscerne i più profondi e preziosi segreti ascolto dopo ascolto, riuscendo ad entusiasmare e stupire ancora…anche a distanzi di anni.
 
Un disco che non deve mancare!
 
 
Consigliato!
Manlio Prog